Nel 2022 sono state tante le novità al Decreto Aiuti Quater di fine anno che riguardavano da vicino il mondo del lavoro. Ma cosa cambia nel 2023?
Il tetto dei fringe benefit esentasse, alzato da 600€ a 3.000€ dal Decreto Aiuti quater per il 2022, ha rappresentato un’azione straordinaria per supportare il potere d’acquisto delle famiglie. Ma cosa cambia quest’anno? Ecco cosa sapere sulle novità dei contributi per il 2023, dai nuovi limiti di esenzione ai buoni carburante fino alle nuove disposizioni sulle auto aziendali.
- Cosa sono i fringe benefits e perché riconoscerli al dipendente
- Soglia dei fringe benefits e incentivi: uno sguardo al passato
- Quali sono le novità 2023 sulla tassazione dei fringe benefit
- Comunicazione dei fringe benefit 2022: scadenza e procedura
- Fringe benefit e auto aziendali: cosa cambia nel 2023
- Cadhoc il fringe benefit ideale per azienda e dipendenti
- Cadhoc nel welfare aziendale
COSA SONO I FRINGE BENEFITS E PERCHÉ RICONOSCERLI AL DIPENDENTE
I fringe benefits sono beni e servizi erogati dalle aziende ai dipendenti su base volontaria, nell’ambito di politiche di welfare aziendale volte a migliorare la qualità della vita e la produttività dei collaboratori. Essi sono costituiti sia da strumenti e agevolazioni che migliorano e facilitano la vita lavorativa del dipendente, sia da benefici di cui i collaboratori possono usufruire nella loro sfera privata, durante il tempo libero, per perseguire i propri interessi, e a cui possono avere accesso anche le famiglie. Alcuni esempi sono i buoni spesa e i buoni acquisto per beni e servizi di vario genere, come viaggi e vacanze con il welfare aziendale.
I fringe benefits sono benefici accessori che, in passato, molte aziende vedevano solo come costi aggiuntivi da evitare il più possibile, oppure come vantaggi a cui avevano diritto solo i dipendenti delle grandi aziende. Il massimo che veniva concesso ai lavoratori era una gratifica in busta paga, più o meno generosa, se il bilancio di quell’anno mostrava un segno positivo.
Oggi, invece, sempre più imprese, anche di medie e piccole dimensioni, sono attente alle esigenze dei propri collaboratori e si sono rese conto del valore aggiunto che comporta la concessione di questo tipo di agevolazioni, a partire dallo smart working, sempre più diffuso. Questo perché ci si è accorti che i dipendenti appagati e soddisfatti sono più produttivi e rappresentano quindi un vantaggio per l’azienda, che vedrà così aumentare il proprio potenziale. Inoltre, i fringe benefit non concorrono a formare il reddito del lavoro dipendente (art. 51 comma 3 del TIUR), cosa che costituisce un altro grande vantaggio per il lavoratore.
Riconoscere i fringe benefits al dipendente significa investire nel capitale umano della propria impresa, e questo è importante perché:
- I dipendenti che si sentono più gratificati e meno stressati sono più produttivi;
- si crea un rapporto di fiducia più stretto tra l’impresa e i suoi collaboratori;
- si riduce il turnover;
- la reputazione aziendale subisce un miglioramento visibile;
- le persone talentuose in cerca di lavoro vengono invogliate ad entrare a lavorare in azienda;
Inserire i fringe benefits nel proprio piano di welfare aziendale è conveniente per le aziende anche da un punto di vista fiscale, perché ad essi il fisco riserva una tassazione agevolata.
SOGLIA DEI FRINGE BENEFIT E INCENTIVI: UNO SGUARDO AL PASSATO
Negli ultimi anni sono stati diversi gli interventi legislativi atti a incentivare i datori di lavoro a erogare beni e servizi per sostenere il reddito dei loro dipendenti e contrastare le numerose difficoltà di un periodo di crisi. Già nel 2020, anno della pandemia da Covid-19, il legislatore aveva previsto di raddoppiare la soglia di esenzione fiscale da 258,23 a 516,46 euro per l’intero periodo d’imposta 2020, confermando il raddoppio anche per l’anno 2021.
Per quanto riguarda l’anno appena passato, il 2022, è stato necessario fornire ulteriori incentivi e sostegni ai lavoratori a causa dell’aumento dei prezzi dei generi alimentari e dell’energia. Il governo ha quindi deciso di portare a 3000 euro il limite sotto al quale non sarebbero stati tassati i fringe benefit erogati dalle aziende ai propri dipendenti nel corso del 2022. Un altro aiuto ha riguardato la possibilità per i datori di lavoro di erogare ai propri dipendenti buoni carburante da 200 euro.
Altri interventi hanno riguardato il pagamento delle utenze domestiche e quindi il bonus bollette. Nello specifico, per la prima volta sono state incluse nel regime di esenzione anche somme erogate e rimborsate ai dipendenti dal datore di lavoro per il pagamento delle bollette di acqua, luce e gas, con la clausola che si trattasse di “immobili ad uso abitativo posseduti o detenuti, sulla base di un titolo idoneo, dal dipendente, dal coniuge o dai suoi familiari, a prescindere che negli stessi abbiano o meno stabilito la residenza o il domicilio, a condizione che ne sostengano effettivamente le relative spese” come specificato dall’Agenzia delle Entrate con la circolare n.35/.
QUALI SONO LE NOVITÀ 2023 SULLA TASSAZIONE DEI FRINGE BENEFIT
È bene ricordare che la norma a cui fare riferimento è l’articolo 51, comma 3, del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), che disciplina la tassazione del reddito da lavoro dipendente.
Ecco le novità introdotte nel 2023 dalla normativa:
- Il limite di 000 euro è risultato valido fino al 12 gennaio 2023; pertanto, dopo tale data il valore precedente di 258,23 euro è stato ripristinato. Al superamento del limite stabilito, il valore è soggetto a tassazione per l’intero importo;
- È stato introdotto un nuovo adempimento da parte del datore di lavoro, ovvero la trasmissione, entro il 21 febbraio 2023, del valore dei beni e servizi ceduti nel periodo di imposta 2022 a titolo di fringe benefit.
- Resta la possibilità di riconoscere buoni benzina fino a un valore di 200 euro per ciascun lavoratore. Tali buoni non concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente. È esentasse, è integralmente deducibile dal reddito d’impresa, ma, in forza di una precisazione inserita nel Decreto Trasparenza, è soggetto agli oneri contributivi.
COMUNICAZIONE DEI FRINGE BENEFIT 2022: SCADENZA E PROCEDURA
Il 16 gennaio 2023 l’INPS ha comunicato la scadenza della comunicazione, da parte dei datori di lavoro, dei fringe benefit erogati ai dipendenti nel 2022. La data ultima è stata fissata al 21 febbraio 2023.
Tale informazione ha una duplice importanza: da un lato serve a predisporre le Certificazioni Uniche, mentre dall’altra permette eventuali conguagli di fine anno al lavoratore.
Per inviare tale comunicazione, in quanto sostituti di imposta, i datori di lavoro devono accedere al portale INPS, in particolare alla sezione Comunicazione benefit aziendali, e dopodiché seguire la procedura guidata.
Cosa succede se il datore di lavoro non invia i dati in tempo? Le comunicazioni pervenute in ritardo non potranno far parte del conguaglio fiscale di fine anno. Tuttavia, saranno oggetto di rettifiche della Certificazione Unica, nella quale sarà indicato al contribuente l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi.
FRINGE BENEFIT E AUTO AZIENDALI: COSA CAMBIA NEL 2023
Un capitolo a parte merita ciò che riguarda fringe benefit e auto aziendali. L’auto aziendale è fra i fringe benefit più utilizzati dalle aziende, sia essa da utilizzare per esigenze personali del dipendente che per l’attività lavorativa (la cosiddetta auto ad uso promiscuo). Ma cosa cambia nel 2023?
Se fino al primo luglio 2020 era possibile usufruire di un fringe benefit del 30% indipendentemente dal livello di emissioni di CO2 del veicolo, a partire da tale data – 2023 compreso – la soglia da tassare risulta ridotta sulle vetture più ecologiche. Si passa infatti dal 30% al 25% per le percorrenze medie di 15.000 km l’anno e, per quanto riguarda i livelli di inquinamento, saranno premiati i veicoli elettrici o ibridi.
Quali sono i valori di inquinamento e le soglie di riferimento che incidono sulla percentuale del fringe benefit?
- 25% con emissioni CO2 inferiori a 60 g/Km;
- 30% con emissioni CO2 tra 61 e 160 g/Km;
- 50% con emissioni CO2 tra 161 e 190 g/Km;
- 60% con emissioni CO2 superiori a 190 g/Km.
Per conoscere la tassa dell’auto aziendale in fringe benefit è necessario consultare le tabelle ACI pubblicate ogni anno, che riportano valori differenti a seconda del modello del veicolo. In breve, in queste tabelle è indicato il costo chilometrico di ogni auto aziendale in base alle emissioni inquinanti. Come spiegato, più il mezzo è inquinante più risulta alto il conteggio, compresi gli oneri fiscali a esso collegati a carico del dipendente.
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CADHOC NEL WELFARE AZIENDALE
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