
Oggi, 16 ottobre 2017 è il World Food Day, la Giornata mondiale dell’alimentazione. L’edizione di quest’anno ha come tema le migrazioni. Come fa notare la Fao, la fame, la povertà, insieme a un incremento degli eventi meteorologici estremi legati ai cambiamenti climatici, stanno contribuendo in maniera importante all’aumento del fenomeno migratorio.
Azione Contro la Fame (ACF) lancia la campagna #inaccettabile, per esprimere con forza che è inaccettabile che ogni anno ancora 3 milioni di bambini muoiano a causa della malnutrizione quando le soluzioni per sconfiggerla esistono e sono efficaci oltre che efficienti.
Veicolata sui social media con l’hashtag #inaccettabile, la campagna intende sottolineare un problema grave e ingiustamente sottovalutato: ancora oggi nel mondo 154 milioni di bambini soffrono di malnutrizione cronica e oltre 50 milioni soffrono di malnutrizione acuta, vale a dire uno su dodici. 3 milioni muoiono ogni anno, rendendo questa malattia la principale concausa di mortalità per i bambini al di sotto dei 5 anni di età.
Oltre alla morte, la malnutrizione causa anche danni allo sviluppo psico-fisico, minore resistenza alle malattie e una riduzione della capacità di apprendimento scolastico e – successivamente – lavorativo, con conseguente impatto sul potenziale di crescita di un Paese. Se la dimensione di questa tragedia non fosse ancora sufficiente per renderla inaccettabile, va considerato un ulteriore elemento: le soluzioni per curare la malnutrizione esistono, sono efficaci e a basso costo.
Come partecipare alla campagna #inaccettabile lanciata da ACF? Oltre a sostenere economicamente uno dei loro progetti, si può aderire con una cover dedicata e aiutare così a diffondere il messaggio che morire di fame è #inaccettabile. Siamo tutti chiamati a modificare la nostra immagine profilo Facebook tramite questo LINK. Inoltre, si può dare visibilità alla campagna sostenendo l’hashtag #inaccettabile su tutti i social. In particolare su Twitter, dove è importante finisca in trend topic.
Azione contro la Fame è stata la prima organizzazione umanitaria, nel 1997 in Ciad, a testare con successo il cibo terapeutico pronto all’uso, un alimento a base di farina di arachidi arricchito con vitamine, sali minerali e grassi vegetali, altamente nutriente. Una confezione costa solo 25 centesimi e in moltissimi casi ne bastano due al giorno per 4-8 settimane per far tornare in salute un bambino malnutrito. “Eppure – aggiunge Simone Garroni – solo il 20% dei bambini che necessitano della terapia nutrizionale ha effettivamente accesso alla cura.”
Dal punto di vista economico, l’intervento sulla malnutrizione darebbe ritorni tra i più alti nel ventaglio di aiuti ai Paesi poveri: un dollaro investito nel decennio ne produrrebbe 11, solo calcolando gli effetti economici della riduzione dei casi di arresto della crescita. Tuttavia i governi nazionali stanno spendendo solo l’1% dei loro bilanci sanitari in programmi specifici di nutrizione ad alto impatto, e chiaramente non è abbastanza.
Oltre al prezioso supporto dell’attore Ettore Bassi, che da tempo sostiene l’organizzazione e ha recentemente visitato uno dei centri nutrizionali in Madagascar, per denunciare lo stato del problema Azione contro la Fame può contare anche sul sostegno di Andrea Bosca, Alan Cappelli, Andrea Caschetto, Alessandro Cattelan, Edoardo Ferragamo, Johanna Huksdottir, Il Terrone Fuori Sede, Edoardo Purgatori, Paolo Ruffini, Ludovica Sauer, Scire & Skoob, Fabio Volo e Margherita Zanatta.
Documentario Antananarivo Calling con Ettore Bassi:
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